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Secondo il DSM-5, il Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA) rientra tra i disturbi del neurosviluppo. Si tratta di un disturbo che si manifesta negli anni della formazione scolastica ed è caratterizzato da persistenti e progressive difficoltà nell’apprendere le abilità scolastiche di base.
I disturbi dell’apprendimento sono tali se si presentano per un periodo prolungato (almeno sei mesi), essi rappresentano un ostacolo per l’apprendimento del bambino che riporta un rendimento scolastico non soddisfacente ed adeguato all’età. Nella diagnosi di DSA rientrano anche il Disturbo della Lettura, il Disturbo del Calcolo e il Disturbo della Scrittura.
Il disturbo DSA interessa di solito uno o più abilità utili all’apprendimento (lettura, calcolo e/o scrittura), mentre non ci sono altre disfunzioni intellettive. Quindi, un bambino affetto da dislessia non deve presentare problemi di intelligenza, psicologici o neurologici.
Quali sono i disturbi dell’apprendimento più diffusi?
I DSA più diffusi in base al disturbo rilevato sono:
– Dislessia
La Dislessia è una disabilità specifica dell’apprendimento caratterizzata dalla difficoltà ad effettuare una lettura accurata e/o fluente. Il bambino, all’inizio del percorso di scolarizzazione, mostra difficoltà a riconoscere le lettere dell’alfabeto, a fissare la corrispondenza fra segni grafici e suoni e ad automatizzare tale processo di conversione. Tale difficoltà si ripercuote sull’apprendimento scolastico e sulle attività di vita quotidiana che richiedono la lettura di testi scritti.
– Disortografia
La Disortografia è uno dei disturbi specifici dell’apprendimento che riguarda la componente costruttiva della scrittura, legata quindi agli aspetti linguistici, e consiste nella difficoltà di scrivere in modo corretto da un punto di vista ortografico. Il bambino disortografico presenta una difficoltà nell’applicare le regole di conversione dal suono alla parola scritta e quindi a riconoscere i suoni che compongono la parola, a individuare le regolarità o irregolarità ortografiche e a individuare il corretto ordine con cui questi elementi si compongono.
– Disgrafia
La Disgrafia riguarda la componente esecutiva, grafo-motoria (scrittura poco leggibile); si riferisce alla difficoltà di scrivere in modo fluido, veloce ed efficace. Il bambino disgrafico può presentare una cattiva impugnatura della penna o matita, poca capacità di utilizzare lo spazio nel foglio, difficoltà nel produrre forme geometriche e nella copia di immagini, alternanza tra macro e micrografia.
– Discalculia
La Discalculia riguarda la difficoltà a comprendere ed operare con i numeri e la difficoltà automatizzare alcuni compiti numerici e di calcolo. Il bambino discalculico può presentare difficoltà nella cognizione numerica (meccanismi di quantificazione, seriazione, comparazione, capire il valore posizionale delle cifre, associazione numero quantità, eseguire calcoli a mente) nelle procedure esecutive (lettura, scrittura, messa in colonna dei numeri) e di calcolo (recuperare i risultati delle tabelline, recupero dei fatti numerici e algoritmo del calcolo scritto.
Quali sono i test per la diagnosi dei disturbi dell’apprendimento
Le diagnosi di disgrafia e disortografia, di dislessia e di discalculia vengono fatte con l’ausilio di test specifici. Questi test accertano lo stato degli apprendimenti delle abilità strumentali, il funzionamento cognitivo, neuropsicologico ed emotivo. I test devono essere eseguiti solo da specialisti abilitati.
I Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) costituiscono una delle patologie più frequentemente inviate ai servizi del territorio. Le statistiche ci dicono che il 3,1% dei bambini delle elementari (III, IV e V anno di Scuola Primaria) sono DSA, la percentuale più alta è alle scuole medie (5,9%), mentre alle Superiori la percentuale scende al 5,3% (MIUR 2020). È importante effettuare i test il prima possibile per poter affrontare queste difficoltà al meglio e garantire un apprendimento adeguato ai bambini e ragazzi DSA.
Disturbi dell’apprendimento: quali sono le cause?
I Disturbi dell’Apprendimento hanno un’origine neurobiologica che non ha chiare cause scatenanti.
Nella maggior parte dei casi è possibile notare come i DSA possano avere origine da fattori genetici e/o fattori acquisiti quali sofferenza celebrale neonatale, lesioni varie, ritardi di maturazione ed altri. Questi fattori possono essere poi attenuati o accentuati da fattori ambientali quali il contesto familiare.
Nell’esperienza clinica e nei dati scaturiti da varie ricerche si nota che i disturbi specifici dell’apprendimento sono accompagnati di frequente da disturbi emotivi e comportamentali. La comorbilità fra i disturbi specifici dell’apprendimento e disturbi di tipo internalizzanti o esternalizzanti è tra il 25-50%. Le categorie diagnostiche maggiormente riscontrate riguardano il deficit di attenzione e iperattività; il disturbo oppositivo-provocatorio; i disturbi della condotta; il disturbo depressivo; i disturbi di ansia.
L’evoluzione dei DSA è correlata a vari fattori:
- innanzitutto alla gravità del disturbo specifico;
- poi, alle associazioni tra difficoltà di scrittura, lettura e calcolo;
- quindi, al livello cognitivo e metacognitivo del soggetto;
- inoltre, fattori possono riguardare anche la presenza di un disturbo psichiatrico, il tipo di compromissioni neuropsicologiche, la precocità e adeguatezza degli interventi e le risposte ambientali.
Quali sono i sintomi e quando si presentano i disturbi dell’apprendimento nei bambini?
È possibile riconoscere sintomi di DSA già dalla scuola materna, con difficoltà di apprendimento che si possono presentare sotto determinati aspetti:
- Il linguaggio.
- Aspetti meta fonologici quali possono essere la scorretta denominazione di parole e/o delle iniziali e finali delle stesse, la difficoltà a dividere in sillabe le parole o la difficoltà ad unire le sillabe per formare le parole.
- La coordinazione visivo-motoria che si manifesta nelle difficoltà a disegnare liberamente o su copia oppure la difficoltà a risolvere puzzle o altre difficoltà simili.
- La motricità fine che può essere riscontrata nella difficoltà di impugnare penne e matite, nella manipolazione di piccoli oggetti e nell’uso di forbici e pennelli.
Nel riconoscimento dei disturbi dell’apprendimento è fondamentale la collaborazione di insegnanti e docenti, in particolare di quelli dei primi anni della scuola primaria.
Nella diagnosi dei disturbi dell’apprendimento è importante tenere conto sia degli aspetti neurologici che emotivi ed, in base a questi, impostare la modalità di intervento più appropriata. Prima si interviene e maggiori saranno i riscontri positivi che sarà possibile ricevere sia in campo scolastico che dal punto di vista sociale e psicologico. La definizione della diagnosi e del piano terapeutico spettano agli specialisti clinici.
Come intervenire nei Disturbi dell’apprendimento?
Siccome tali disturbi hanno non solo un risvolto sull’apprendimento, ma possono incidere in maniera grave sull’autostima e sulla voglia di migliorare, è bene agire in maniera organica e strutturata con interventi mirati e seguiti da operatori specializzati, in sintonia costante con tutti gli attori interessati, in primis scuola e famiglia.
Se poi i disturbi non vengono riconosciuti o vengono sottovalutati, il ragazzo può essere ritenuto pigro, svogliato o oppositivo, con un peggioramento della situazione sia scolastica che sociale e una mancanza di fiducia nel mondo degli adulti.
In questa situazione possono attivarsi scambi disfunzionali. In cui l’attivazione di cicli viziosi rende più difficile capire la natura del deficit specifico. Comprendere i rapporti tra i disturbi dell’apprendimento e il disagio emotivo sottostante ai problemi comportamentali e adattativi è fondamentale per la la gestione degli interventi.
In caso di dubbi e difficoltà, è bene rivolgersi al più presto a specialisti in grado di affrontare la situazione per pianificare il percorso di recupero più adeguato al caso specifico.
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